L’Oltrepò Pavese, terra di colline rigogliose e tradizioni vitivinicole secolari, sta vivendo una fase di rinascita. Dopo anni di frammentazione e sfide, il territorio sta finalmente trovando un nuovo equilibrio grazie a una collaborazione senza precedenti tra le grandi cantine sociali, come Terre d’Oltrepò e Torrevilla e le numerose imprese vitivinicole private.
Questa unione di intenti, rafforzata dal recente rinnovo del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e dalla nomina del nuovo direttore Riccardo Binda, promette di trasformare la regione in un modello di valorizzazione territoriale, qualità produttiva e sostenibilità economica.
Un territorio vocato all’eccellenza: il Pinot Nero e i grandi vini dell’Oltrepò
Con 13.500 ettari di vigneti, l’Oltrepò Pavese rappresenta oltre il 60% della produzione vinicola lombarda e si posiziona come la terza area mondiale per la coltivazione del Pinot Nero, dopo la Borgogna e la California (distrettovinooltrepo.com). Questo vitigno, simbolo dell’eccellenza enologica, è alla base della produzione di spumanti Metodo Classico, una specialità del territorio riconosciuta con la denominazione Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG.
Non solo Pinot Nero: il territorio offre una gamma di vini che combinano tradizione e innovazione, dai vivaci Bonarda e Sangue di Giuda DOC ai raffinati Riesling Italico e Renano.
La forza della collaborazione: Terre d’Oltrepò, Torrevilla e le cantine private
Il motore di questa rinascita è rappresentato dalla sinergia tra le grandi cooperative vinicole e le aziende private. Terre d’Oltrepò, la più grande cooperativa della Lombardia, che riunisce alcuni dei brand più forti del territorio come La Versa e Cantina di Casteggio, e la Cantina sociale di Torrevilla, con oltre un secolo di storia, hanno avviato un dialogo costruttivo con i produttori indipendenti per creare un sistema coeso e orientato al futuro.
Collaborazione in seno al Consorzio
Nel febbraio 2024, il rinnovo del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha segnato un momento storico: per la prima volta, cooperative e cantine private hanno unito le forze per promuovere una visione comune.
La nomina di Francesca Seralvo, titolare della prestigiosa Tenuta Mazzolino, come presidente del Consorzio, ha consolidato questa sinergia. Eletta all’unanimità, Seralvo ha dichiarato: “Il rilancio dell’Oltrepò passa attraverso la collaborazione tra tutti gli attori del territorio, puntando su qualità, sostenibilità e promozione condivisa.” (winecouture.it).
Il ruolo del nuovo direttore: Riccardo Binda
A rafforzare questa nuova fase di sviluppo, la nomina di Riccardo Binda come direttore del Consorzio porta ulteriore credibilità e ambizione al progetto. Binda, già direttore del Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia, è stato protagonista di azioni che hanno consolidato il prestigio internazionale di quella denominazione.
La sua esperienza è ora una garanzia per il territorio dell’Oltrepò Pavese, dove l’obiettivo è trasformare una tradizione radicata in un’eccellenza contemporanea, riconosciuta a livello globale.
Il turismo enogastronomico: un pilastro per il futuro
Parallelamente al rilancio del comparto vinicolo, l’Oltrepò Pavese sta puntando sul turismo enogastronomico come leva strategica per lo sviluppo economico. Con i suoi borghi storici, le colline verdi e una rete di agriturismi e ristoranti di qualità, la regione offre un’esperienza autentica e immersiva.
Nonostante le sue potenzialità, il turismo nell’Oltrepò Pavese è ancora poco strutturato. Investire in infrastrutture e promozione digitale è essenziale per attrarre un pubblico più ampio, in particolare i giovani e i turisti internazionali.
Prospettive e sfide per il futuro
Il percorso intrapreso dall’Oltrepò Pavese è ambizioso, ma non privo di sfide. Per consolidare i risultati ottenuti e garantire una crescita sostenibile, sarà fondamentale:
– Premiumizzazione dei prodotti: favorire e diffondere il riconoscimento da parte del mercato della elevata qualità dei vini, in particolare nel segmento Metodo Classico.
– Sostenibilità: Integrare pratiche agricole eco-friendly e valorizzare il paesaggio come risorsa.
– Sinergie locali: Rafforzare la collaborazione tra cooperative, aziende private e operatori turistici per creare un’offerta integrata.
Conclusione
L’Oltrepò Pavese è un territorio in trasformazione, che sta imparando a sfruttare le proprie eccellenze per costruire un futuro all’insegna della qualità e della cooperazione. La sinergia tra cantine sociali e produttori privati, unita alla forza del Consorzio e a un rinnovato impegno per il turismo enogastronomico, rappresenta un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo.
Fonti
1. Coldiretti, “Esportazioni agroalimentari record nel 2023” – https://www.coldiretti.it/.
2. Distrettovinooltrepo.com, “Oltrepò in cifre” – https://distrettovinooltrepo.com/.
3. Torrevilla.it, “Il terroir dell’Oltrepò” – https://www.torrevilla.it/.
4. Wine Pambianco News, “L’Oltrepò Pavese in movimento” – https://wine.pambianconews.com/.
5. Winecouture.it, “Nuova presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese” – https://winecouture.it/.
6. In-lombardia.it, “Itinerari enogastronomici” – https://www.in-lombardia.it/.