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La nuova era della selezione: perché la GDO sceglie meno etichette e più valore

Negli ultimi anni la grande distribuzione organizzata ha intrapreso un percorso di profonda trasformazione, scegliendo di ridurre e razionalizzare i propri assortimenti. È un cambiamento che non nasce da una moda passeggera, ma da una riflessione strategica sul modo in cui il consumatore contemporaneo vive l’esperienza d’acquisto.

Fino a qualche tempo fa, la varietà rappresentava un valore intrinseco. Più etichette sugli scaffali significava maggiore libertà di scelta, più sensazione di competenza e autorevolezza da parte del distributore, più opportunità di incontro tra domanda e offerta. Tuttavia, quello che in passato appariva come un segno di modernità e completezza, oggi si rivela spesso un ostacolo. La moltiplicazione delle referenze ha reso lo scaffale del vino un territorio affollato, disordinato e difficile da leggere. L’eccesso di proposte confonde il consumatore, rallenta il processo decisionale e riduce la produttività del metro lineare.

La riduzione degli assortimenti nasce dunque da una scelta strutturale, guidata tanto da esigenze economiche quanto da logiche di marketing e di gestione. Da un lato consente di ottimizzare la logistica, ridurre gli errori, semplificare i flussi di approvvigionamento e migliorare i margini. Dall’altro, risponde a un profondo mutamento dei comportamenti di consumo. Il cliente di oggi è meno fedele, più informato, ma anche più selettivo. Non vuole perdersi in un mare di bottiglie apparentemente identiche. Preferisce orientarsi rapidamente verso un prodotto chiaro, riconoscibile, coerente con le proprie aspettative e con la fascia di prezzo che ritiene adeguata.

La nuova visione dello scaffale: meno è meglio

La GDO ha compreso che la ricchezza non sta più nella quantità, ma nella chiarezza dell’offerta. Lo scaffale non è più un catalogo enciclopedico, ma una vetrina ragionata e curata, pensata per guidare la scelta. L’obiettivo non è mostrare tutto, ma mostrare meglio. La varietà cede il passo alla leggibilità, la complessità alla trasparenza.

Questo approccio consente di migliorare l’esperienza d’acquisto e di restituire allo spazio espositivo una funzione strategica. Ogni etichetta deve avere un ruolo preciso e un motivo solido per esistere. La razionalizzazione, quindi, non riduce il valore dell’offerta, ma lo amplifica, concentrando l’attenzione sui prodotti realmente significativi.

Un nuovo paradigma per i produttori di vino

Per le aziende vitivinicole, la selezione attuata dalla GDO rappresenta un cambiamento profondo. Non basta più “entrare” in distribuzione: è necessario restarci e dimostrare nel tempo il proprio valore. Ogni referenza deve giustificare la sua presenza attraverso dati, risultati e coerenza di posizionamento.

Le cantine che continuano a proporre linee eccessivamente estese, con differenze minime tra una bottiglia e l’altra, rischiano di apparire ridondanti. Al contrario, chi sceglie di concentrarsi su una gamma ridotta ma ben strutturata comunica solidità e visione strategica. La chiarezza diventa sinonimo di forza: poche etichette, ma forti, riconoscibili, sostenute da un’identità coerente e da una narrazione credibile.

L’epoca del “tutto per tutti” sta lasciando spazio a una logica di selezione intelligente. Il produttore di vino deve diventare interprete dei bisogni del consumatore e partner strategico del retailer. Non basta più offrire un buon prodotto: serve una prospettiva complessiva, capace di generare valore per la categoria e non solo per la singola azienda.

Dal fornitore al partner: la nuova relazione con la GDO

Il rapporto tra cantine e distribuzione sta evolvendo verso una forma di collaborazione più matura. La GDO non cerca più semplici fornitori, ma interlocutori in grado di comprendere le dinamiche del mercato, leggere i dati di vendita e proporre strategie di crescita condivise. Il dialogo si sposta su un piano più evoluto, dove contano la visione, la capacità di analisi e la coerenza del progetto.

Essere un partner credibile significa comprendere le logiche di rotazione, sostenere politiche di prezzo stabili e contribuire alla redditività del punto vendita. Il produttore che sa interpretare i bisogni del retailer e risponde con proposte concrete – dal supporto alle attività promozionali fino alla costruzione di assortimenti ottimizzati – guadagna un vantaggio competitivo duraturo.

La disciplina del prezzo e la valorizzazione del marchio

All’interno di questo nuovo equilibrio, il prezzo assume un ruolo centrale. La tendenza verso il cosiddetto “fair price every day”, che promuove stabilità e coerenza nel tempo, riflette la necessità di restituire credibilità alla categoria. Le promozioni aggressive e le scontistiche ripetute hanno finito per confondere il consumatore e svalutare il prodotto.

Sostenere un prezzo equo e costante non significa rinunciare alla competitività, ma costruire un rapporto di fiducia con il mercato. Il valore del vino non si misura solo nel costo, ma nella percezione complessiva di affidabilità e qualità. Chi sa comunicare il proprio posizionamento in modo coerente, senza contraddizioni tra etichetta, immagine e strategia commerciale, conquista un ruolo stabile nel tempo.

La razionalizzazione come opportunità evolutiva

La razionalizzazione non è un taglio, ma una forma di selezione evolutiva. Riducendo l’eccesso e riportando equilibrio agli scaffali, la GDO spinge il mercato verso una maggiore trasparenza e sostenibilità. Per i produttori più strutturati e lungimiranti, questo processo rappresenta un’occasione per distinguersi, rafforzare la propria identità e migliorare la redditività complessiva.

La sfida è culturale prima ancora che commerciale: saper scegliere, semplificare, rinunciare a ciò che non serve e valorizzare ciò che conta davvero. In un contesto in cui la complessità è diventata rumore, la semplicità è una forma di eleganza.

La chiarezza come nuovo vantaggio competitivo

In un mercato che ha deciso di tagliare la confusione, la semplicità è il nuovo lusso. La chiarezza – di posizionamento, di messaggio e di visione – è ciò che distingue le aziende solide da quelle che inseguono mode o volumi effimeri.

Le cantine che sapranno interpretare questa tendenza non vedranno ridursi le proprie opportunità, ma al contrario le moltiplicheranno. La razionalizzazione degli assortimenti è la via per un mercato più maturo, più leggibile e più meritocratico. E in questo scenario, chi lavora con coerenza, rigore e identità non avrà meno spazio: ne avrà di migliore qualità.

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